Tutte le mattine alle 6.30 scendo in cortile a dare il buongiorno ai cani e gatti di casa. In questi giorni, ad accogliermi davanti alla porta, nel cielo buio ma terso, c’è Orione, una bella, grande e luminosa costellazione.
Mentre si alza mia moglie astronoma, osservo l’osservabile e poi torno a preparare la colazione per la famiglia.
Ormai le maratone autunnali sono vicine: alcune già svolte, altre imminenti. Parte dei miei atleti si suddivide tra Venezia e New York, dove correrò anch’io. La fase dura degli allenamenti è ormai superata per tutti. Anche per i newyorkesi iniziano a calare i carichi di lavoro. Sono meno i km da fare e si può curare la brillantezza dei ritmi.
I carichi svolti, però, si fanno sentire. Proprio in questo momento, in cui si alleggeriscono gli allenamenti ci si aspetterebbe maggior sollievo muscolare, invece, io stesso sento i polpacci affaticati e contratti. Ieri sera meditavo di rinunciare all’allenamento di oggi, ma ho invece rispettato l’impegno correndo i previsti 10 km di scarico in 4’36″/km. In effetti, pur in un crescendo di forma fisica, è altrettanto giustificabile uno stato di stanchezza fisiologica e un senso di ribellione da parte del corpo. E, proprio per questo, prima dell’appuntamento finale, si rispetta un periodo di scarico ricercando la brillantezza. Poi, sappiamo bene che siamo tutti diversi e tutti reagiscono diversamente a queste fasi.
- Mia sorella Sonia, pronta per Venezia, ora ha qualche linea di febbre e principi di raffreddore. Ma lei è forte! L’ha dimostrato più volte e sotto vari aspetti.
- L’amico Marco già da qualche settimana era prontissimo per New York, ma la tensione nervosa e muscolare gli ha purtroppo regalato un piccolo stiramento, di per sé poco significativo, che però creava ulteriori tensioni e contratture muscolari impedendo gli ultimi allenamenti specifici. Ora è in recupero, ma anche lui con un po’ febbre.
- Anche Livio ha un problema muscolare che dalla caviglia sale ai muscoli peronei. E probabilmente il disturbo parte dal piriforme… un muscolo “bastardo” di pochi cm., che però quando s’infiamma può anche premere sul nervo sciatico dando luogo a sintomi simili alla classica sciatalgia. L’ho visto l’altro ieri e correva con un’evidente zoppia.
- Io, invece, come dicevo, al di là di un po’ di affaticamento, sto benone. Dalla primavera son calato di 3 kg. I lavori di core stability aiutano la mia schiena a sostenere listesi e schiacciamenti vertebrali. I tendini d’Achille, che mi avevano costretto ad uno stop quasi totale di 6 mesi fino alla scorsa primavera, non accusano alcun fastidio, né sotto carico, né al tatto. Il recupero è stato molto lungo ma apparentemente completo (almeno fino alla prossima ribellione delle membra).
Dovrei quindi essere esonerato come allenatore e salvarmi solo come atleta e allenatore di me stesso?
In realtà, per i miei atleti, confido ancora negli ultimi giorni, in cui comunque la preparazione non deve portare a ulteriori miglioramenti significativi, ma alla rifinitura conclusiva. E con essa arriveranno flussi ormonali, emozioni e tensioni positive che dovrebbero aiutare a vincere dolori e fatiche.
Per quanto riguarda me, non sono mai arrivato così bene alla vigilia di una maratona. Dovrò “solo” essere prudente nella prima parte di gara, seguendo i sapienti consigli degli amici Enrico e Orlando.
Al momento sono quindi sotto una buona stella. Col ritorno, domenica, dell’orario solare, per un po’ di tempo, non vedrò più Orione al mattino. Lo ritroverò, però, proprio il giorno della New York City Marathon, quando mi alzerò prestissimo per raggiungere la partenza. Probabilmente io non lo vedrò ma lui ci sarà, coperto dalle luci della Grande Mela… altra tipologia di “costellazione”.
Ciao Siro, al di là degli acciacchi di ognuno, mi auguro che ciascuno raggiunga il suo scopo, sia a Venezia che a NY, che potrebbe anche essere “solo” quello di arrivare. Se poi si raggiungeranno anche gli obiettivi in termini di tempo, tanto di guadagnato. Buona corsa a tutti.
Certo Marco, e gli obiettivi possono sempre cambiare per cause esterne o interne… tutta questione di balistica.
Anche se io parto sempre per vincere…. Poi, mi accontento di quel che arriva…..
Neanche io sono mai arrivata così bene a soli 4 giorni dalla maratona! Dalla prima sono passati un po’ di anni, dall’ultima 2. Fin dall’inizio di questa mia “pazzia” ho detto: “voglio fare quella di Venezia” poi arrivava l’estate, il caldo e io da brava calorosa cedevo e per tutta l’estate non muovevo un muscolo… quest’anno qualcosa si è mosso nella mia testolina, sarà stato il caldo ecessivo (!) , non mi sono mai allenata così tanto e con tanta costanza nel periodo estivo! Alzatacce alle 5 del mattino per correre con il sottofondo dei galli che annunciavano l’alba e poi di corsa anche la doccia per essere in ufficio. Sarà per questo impegno che sento la gara in maniera esagerata, conto i giorni, sono agitata e sarà anche per questo che quando ieri sera la famiglia Rigobello (quasi al completo) mi ha chiesto “che tempo prevedi?” la prima risposta che mi è venuta è stata “pioggia” …. è che non mi interessa che tempo farò! Se arriverà il tempo farò i salti dalla gioia ma li farò ugualmente se finirò la gara. Perchè questa volta mi merito veramente di essere modestamente contenta di me stessa, ho fatto tutto! Ma proprio tutto per sentirmi orgogliosa! Una signora che non conosco ma che incontro ad ogni allenamento mentre passeggia con il suo cane, ieri sera per la prima volta mi ha rivolto la parola dicendomi “Che brava che la xe! Che forza!” Grazie signora sconosciuta! Ecco all’arrivo voglio solo, a prescindere dal tempo, poter dire a me stessa “Che forza che sei Sgorbietto!”