Italia vs Svezia

In questi giorni si gioca una partita di calcio tra Italia e Svezia e questo mi porta a pensare comunque anche ad altri sport come lo sci di fondo di cui la Svezia è comunque una delle patrie dove per altro si svolge la più famosa gara di granfondo: la Vasaloppet.

padre e figlio alla Marcialonga

Anche l’Italia dal 1971 cercò di imitare quell’appuntamento annuale svedese e bisogna dire che ci riuscì pienamente con la Marcialonga, divenuta comunque una tra le più famose al mondo.

Un po’ di dati:

ITALIA – MARCIALONGA
SVEZIA – VASALOPPET
prima edizione
1971
1922
ordine di grandezza partecipanti
6.000
20.000
kilometri
70
90
tecnica

classica

classica

I dati parlano chiaro: la Vasa rimane la regina per numeri e storia, ma la bellezza anche della Marcialonga porta la gara nostrana ad alti livelli, tanto che moltissimi nordici entusiasti vengono qui da noi per parteciparvi.

caratteristica solo svedese della zona di partenza

Un altro confronto che mi piace fare e che non si può ridurre a numeri in tabella è quello dell’atmosfera:

  • Vasaloppet: ci si trova immersi nel bianco, nei boschi, tra i laghi resi invisibili dalla coltre di neve
  • Marcialonga: ci si trova circondati dai paesetti della vallata e spesso la pista è un budello di neve che si insinua tra le case
  • Vasaloppet: si parte che non è ancora giorno e si arriva che le luci del giorno stanno finendo (un po’ per la lunghezza e un po’ per la latitudine)
  • Marcialonga: si parte in ombra ma il sole è già sorto e rimane lì ad accompagnare fino alla fine (anche se nelle prime lontane edizioni, per tecniche e materiali, molti arrivavano tardi all’imbrunire)
  • un fiume umano silenziosissimo a Mora (Svezia)

    Vasaloppet: SILENZIO un silenzio spettrale alla partenza, dopo il via nessun urlo, solo il rumore degli sci dentro i binari e dei bastoncini che scricchiolano sulla neve ghiacciata. Poi il silenzio del percorso lungo e isolato.

  • Marcialonga: FESTA è una festa dell’inizio alla fine, piacevolmente chiassosa
  • Vasaloppet: ai ristori trovi la caratteristica soppa di mirtillo caldo
  • Marcialonga: i ristori sono ormai i classici di tutte le manifestazioni sportive
  • Vasaloppet: diploma speciale con medaglia ai classificati entro 1+ ½ tempo vincitore
  • Marcialonga: un tempo stesse modalità della Vasa, da un po’ nessun diploma speciale
E poi torno a parlare purtroppo di disonestà sportiva perché non si possono non notare anche queste differenze:
ITALIA – MARCIALONGA
SVEZIA – VASALOPPET
tecnica skating
vietata
vietata
trasgressori
molti
pochissimi
chi trasgredisce
italiani e alcuni stranieri
solo italiani
provvedimenti

nessuno

tutti squalificati

Il confronto è abbastanza chiaro: in Svezia nessuno si sogna di usare lo skating (nonostante i km da fare siano di più, con conseguente maggior consumo di forze e sciolina)… a parte alcuni italiani, che poi li ritrovi a bestemmiare presso la segreteria perché vogliono essere in classifica e pretendono il diploma. Ma là la giuria è inflessibile e osserva accuratamente i filmati delle telecamere fisse posizionate in moltissimi punti del lungo percorso, controllando dal primo all’ultimo concorrente. In Italia, non ci sono telecamere per questo scopo, la giuria non si cura dei trasgressori a meno che non si trovino nel primissimo gruppo dei top… conseguenza diretta è che qui anche alcuni stranieri si adeguano all’italian style trasgredendo alle regole.

Del resto il regolamento della Marcialonga cita le stesse identiche frasi (tradotte) del regolamento della Vasaloppet. Però, come ha ricordato un mio amico, l’Italia è il paese dove per dire che una cosa non è permessa non basta scrivere “vietato”, ma si deve sempre scrivere “severamente vietato”.

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4 risposte a Italia vs Svezia

  1. Enrico VIVIAN scrive:

    mi viene freddo a leggerti … speriamo che il tiepido autunno duri a lungo! e poi tanta neve in montagna …

  2. Matteo Vivian scrive:

    Ho corso entrambe le gare, forse rifarei la Marcialonga non di sicuro la Vasaloppet, esageratamente noiosa.
    Visto che sono stato tirato in argomento vorrei anche aggiungere che differenziare la tecnica “classica” da quella “libera” è un anacronismo dei paesi scandinavi. Mi sta bene che sulle piste normali ci siano i binari, ma in gara vince chi scia più velocemente, rispettando il percorso ovviamente. Sarebbe come se nel salto in alto ci fosse la differenziazione tra sforbiciata, ventrale e Fosbury. Vince chi valica l’asticella passandoci sopra.
    Matteo Vivian

    • Siro scrive:

      Matteo, hai ragione, ma dal momento che ci sono delle regole…
      Ricordo i primi tempi di convivenza tra gli stili (non so se tu sciavi già): ci fu una tale differenza di prestazioni che si scatenò una positiva battaglia su materiali e tecnica. Gli stili convivevano e i più bravi adottavano (e adattavano) la tecnica migliore su vari punti del percorso. Confluendo poi quasi tutti nella ben più veloce tecnica skating, qualcuno ha sentito la necessità di mettere delle regole (forse per non far scomparire la storica tecnica classica?) e sono nate addirittura delle gare (ne ricordo una, cui partecipai, a Recoaro1000) in cui il percorso era suddiviso in settori segnalati, in cui era obbligatorio cambiare tecnica passando dalla classica alla libera e viceversa con comprensibili tattiche (o problemi) di sciolinatura (formule che precorrevano i tempi odierni, in cui la spettacolarità televisiva prevale).
      Comunque, la stessa Marcialonga finì, per un bel po’ di anni, a scegliere e mantenere la Tecnica Libera (grazie a ciò ho ottenuto il mio miglior risultato, 560° nel ’92 ottenendo il diploma speciale, allora ancora in voga). Successivamente, però, ebbe un calo di partecipazione e si risollevò solo grazie al ritorno all’antico.
      L’argomento rimane aperto, ma per tenere gli esempi dell’atletica per gli stessi motivi dovrebbe scomparire la marcia: lasciamo tecnica libera per percorrere tot km nel minor tempo… alla fine tutti correranno (molti già lo fanno).

      • Matteo Vivian scrive:

        La Marcia è nata come specialità a se stante quindi non rientra nel confronto.
        Anche nel nuoto i vari stili sono stati codificati a suo tempo e quindi non puoi nuotare con lo stile libero se la specialità è rana.
        Il salto in alto invece è pertinente in quanto l’evoluzione dello stile è stata in funzione della zona di ricaduta. I materassoni non esistevano sino agli anni sessanta dappertutto, controlla su Google con ricerca per Immagini “high jump horine” o anche “valery brumel” capisci al volo che non si poteva atterrare di schiena.
        Nello sci di fondo la differenziazione è nata dopo l’invenzione del pattinato per mantenere uno stile “lento”, ribadisco nelle competizioni ognuno dovrebbe essere libero di sciare come preferisce. Come ebbi a dire ad uno scandinavo riguardo al pattinato: easier, faster, better.

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