Ho concluso una serie di 9 escursioni guidate con vari gruppi di bambini e ragazzi nei dintorni di Tonezza. Esperienze sempre istruttive non solo per loro ma anche per me.
Molte sono le chicche da ricordare, ma alcune danno decisamente il senso dei tempi.
Moltissimi bambini li vedevi schiavi, incapaci di resistere a non prendere in mano il cellulare di ultima generazione (bambini anche di 5 anni). Una mania irrefrenabile con reazioni a catena che non consentiva in mezzo al bosco di osservare l’ambiente perché su facebook poteva esserci una news. Suonerie che si rincorrevano, altre che andavano assolutamente fatte sentire ai compagni. Moderni status symbol e nuovi movimenti impulsivi-compulsivi per estrarre cellulari e digitare freneticamente come Charlot all’uscita dalla fabbrica che non riesce a controllare le braccia intente a bullonare ogni cosa. Poi, all’improvviso, mentre si camminava, serpeggiava una voce, prima sussurrata poi sempre più urgente: “qui non c’è campo!!!”
Pochi gli attimi in cui veramente i ragazzi ascoltavano (e capivano). A volte la loro attenzione era spinta dall’attesa, dalla voglia e la curiosità di vedere qualche animale. Io, ogni volta, durante brevi sopralluoghi subito prima delle escursioni, vedevo camosci e/o caprioli. Coi gruppi mai: gli animali selvatici solitamente li senti prima di vederli, perché loro si accorgono prima di noi e iniziano a scappare; ecco allora che prima li senti e poi (forse) li vedi. Coi gruppi di ragazzini è quasi impossibile: troppo rumorosi.
Però, mentre ammiravamo un faggio secolare, una bambina, che attendeva incontri con gli animali selvatici, mi indicava un punto a 200 metri in mezzo ad un grandissimo prato:
- “quella cosa là arancione che si muove che animale è?”
- “Scusa??? Quella là?” chiedo meravigliato “ma non vedi? è una persona che prende il sole!”
Indubbiamente l’effetto parallasse giocava qualche scherzo data la differenza di altezza tra me e la bambina… la curiosità e l’attesa avrà fatto il resto.
Poi, quando ho spiegato l’utilizzo e la funzione di una “giasara”, antico frigorifero all’aperto, spesso in comune tra più famiglie, la prima e unica domanda che è venuta in mente ai ragazzi con tono preoccupato è stata “ma… e se qualcuno andava a rubare?”
E’ veramente triste sapere che il primo pensiero di un bambino dia per scontata l’assenza di fiducia nel prossimo!
ogni stagione ha la sua distrazione
Enrico