Per la fase di riscaldamento ci sono vari approci: attivo, passivo, misto o alternativo.
L’attivo è quello più classico: richiamare il movimento che si andrà a compiere, quindi corsa, un po’ di stetching e allunghi;
Il passivo è quello che si “sente”: unguenti e pomate canforate vengono spesso utilizzati per riscaldare (o farsi riscaldare) muscoli e articolazioni; frizioni, manipolazioni e movimenti articolari passivi vengono più di frequente utilizzati con l’aiuto di qualcuno.
Il misto mette insieme i due precedenti, portando via un po’ di tempo, ma compensando alcune carenze dei due metodi.
Proprio a proposito di “tempo” vorrei soffermarmi di più sul metodo “alternativo” perchè capita spesso che prima della gara siamo già “di corsa” per il numero, il chip, la folla, un posto che non sia in ultima fila e poi c’è anche l’altro “tempo” quello meteorologico (se diluvia, non è il caso di inzupparsi subito)… per questo, sfruttando il tempo d’attesa prima della partenza e/o un posto angusto si possono eseguire dei movimenti in scioltezza a blanda velocità d’esecuzione:
un po’ di allungamento o stretching, camminare sul posto, piegamenti sulle gambe senza chiudere troppo l’angolo fra coscia e polpaccio (non scendere sotto i 100°), sollevarsi sugli avampiedi, sollevare alternativamente le ginocchia fino all’altezza del bacino, poi raccoglierle alternativamente fino al petto, flettere la gamba dietro portando il tallone verso il gluteo, sourplace sul posto sollevando il piede da terra il meno possibile, piccoli saltelli. Finire anche con una corsa rapida sul posto, per amentare un po’ la frequenza cardio-respiratoria.
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