Un atleta di endurance, specie con molti anni di attività, va incontro a notevoli modificazioni a livello cardiaco. Non solo come battiti, ma anche come gittata, volume e morfologia del muscolo pulsante.
Questi alteti hanno una “normale” (cioè non patologica) ipertrofia del cuore e bradicardia (basse frequenze di battiti ).
Come già descrivevo nel caso di mio padre, anche per me la situazione non è molto diversa.
In questo periodo ho fatto delle verifiche al mio “motore” con un elettrocardiogramma dinamico (holter) e un ecocardiogramma:
35 la mia frequenza minima di battiti, registrata, com’è normale per i bioritmi, all’alba, mentre le modificazioni ipertrofiche sono ancora contenute, come pure gli spessori delle pareti cardiache.
Ma anche quel che scorre all’interno è da sempre monitorato, essendo io un buon donatore di sangue (col prezioso 0 Rh neg).
Considerando solo i valori di interesse sportivo, ecco un bel riassunto: