Per parlare di nutrizione mi piace spesso citare o ricordare interviste, insegnamenti ed esperienza di Carlo Cannella, che fu professore ordinario di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università La Sapienza di Roma (Facoltà di Medicina e Chirurgia) e Direttore dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione e della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, ma che ebbe anche il pregio di essere sapiente e affabile divulgatore (l’abbiamo visto in numerose edizioni di Superquark) e punto di riferimento per chi, come me, studiava nel settore.
Cibi per il cervello o per il corpo?
I cibi che fanno bene al cervello possono essere nocivi per il corpo, mentre quando scegliamo cosa mangiare dobbiamo pensare al benessere di tutto l’organismo.
Quale è la dieta ideale per il cervello?
È fatta di quei cibi che ci gratificano dal punto di vista sensoriale e ci rendono operativi, non sonnolenti. Ad esempio, meglio evitare i grassi, perché, anche se sono altamente gratificanti, sono difficili da digerire e abbassano il livello di efficienza. Il cioccolato è indicato perché è un neurostimolante e al tempo stesso dolce: proprietà che prevalgono sulla presenza di grassi.
Noce moscata, aneto, cannella in grandi quantità hanno un effetto euforizzante: possono essere consumati abitualmente?
Sono vasodilatatori, ma, se si esagera, prima di percepirne l’effetto euforizzante ci possono essere controindicazioni sull’organismo. Così il caffè, stimola l’attenzione, ma alla lunga ha un effetto ansiogeno. Per un’alimentazione completa non si devono considerare solo le singole proprietà dei cibi.
Il glucosio è il carburante del cervello. Da quali cibi è meglio assumerlo?
Più che dallo zucchero, dai cereali che lo rilasciano lentamente e assicurano maggiore autonomia al cervello: a colazione sono consigliati insieme al latte.
E mangiare tanto pesce fa bene al cervello perché contiene il fosforo?
E’ un mito da demolire. Spigole, orate & Co. sono senz’altro un toccasana per la salute (proteggono cuore e arterie, riducendo il rischio cardiovascolare), ma non è ancora provato scientificamente che aumentino l’intelligenza di chi ne è ghiotto. E’ vero che nel cervello c’è più fosforo che in molti altri tessuti, perché il tessuto nervoso è ricco di fosfolipidi, ma l’organismo ne possiede una riserva enorme nelle ossa sottoforma di fosfato di calcio utilizzabile in caso di necessità: una persona del peso di circa 70 kg possiede nelle ossa una riserva di circa 700g di fosforo. Ma se è vero che il pesce contiene buone quantità di fosforo, non ne è sicuramente la fonte più ricca. Infatti, esistono altri cibi che ne contengono molto di più. Ad esempio, la frutta secca come le noci e le nocciole, i legumi, le uova, i formaggi e lo yogurt, ed anche l’olio d’oliva. Nel pesce non c’è molto più fosforo di quanto ce ne sia nella carne. Il pesce è fondamentale, invece, dal punto di vista della prevenzione di malattie serie come Alzheimer, Parkinson e demenza senile.
E’ vero infatti che nel pesce sono particolarmente abbondanti gli acidi grassi essenziali come i polinsaturi, EPA, DHA indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso. Il nostro organismo, come quello degli animali, non è in grado in autonomia di produrli, mentre invece sono abbondanti nei vegetali. Il pesce si nutre direttamente e indirettamente di microscopiche alghe del plancton, che sono un’ottima fonte di questi grassi buoni. Quindi concludendo possiamo affermare che, grazie al fatto che gli acidi grassi polinsaturi vanno a nutrire il cervello, e sono fondamentali per lo sviluppo delle facoltà cognitive, una volta tanto potremmo dare ragione al credo popolare che afferma che il pesce favorisce l’intelligenza, anche se per tutt’altre ragioni!