In tanti, ci siamo chiesti più volte quale fosse l’origine dell’augurio e magari anche della risposta. Un giorno con mia sorella commentando questa cosa, espressi una mia ipotesi personalissima (quindi, se vogliamo, mia originale, non essendomi mai informato e non avendola, quindi, mai sentita prima). Essendo biologo e appassionato di etologia mi pareva potesse calzare l’ipotesi appunto etologica: che si augurasse, cioè, di essere protetti come nella bocca del lupo (mamma lupa nella fattispecie).
Improvvisamente a distanza di tempo è girata in Facebook questa stessa versione da me ipotizzata, pur non sapendo chi l’abbia a sua volta pensata e/o trovata, né dove.
Avendogliela segnalata, l’amico Orlando, che si era posto gli stessi quesiti, nè ha ricavato un bell’editoriale per l’ultimo numero della rivista Correre.
Devo, però, dire che poi, cercando, ho trovato che in realtà esiste sì questa ipotesi etologica, ma con almeno altre 3 ipotesi concorrenti:
quella “senese” (tra le contrade rivali c’è anche quella della Lupa), quella marinaresca (a Venezia esisteva una lavagna “bocca di lupo” in cui si scriveva il bilancio delle spedizioni navali) e quella dei contadini/cacciatori, forse la più accreditata e citata (anche dall’accademia della crusca), dove con valore apotropaico la formula veniva rivolta per antifrasi tra i contadini/cacciatori stessi, intenti a difendere villaggi e pascoli in un periodo storico ben diverso dall’attuale.