“Però la avviso, sono allergico al glucosio…” … “Potrei avere la lista degli ingredienti? Sa, sono intollerante a molte (?) cose…”
Sono solo alcuni delle frasi (e forse anche le meno divertenti o terrorizzanti) che si sentono in ambito nutrizionale.
Lo sostengo da sempre: ci sono mode che diventano sette, crociate, complessi disturbi comportamentali o, semplicemente, mode che diventano solo “modi” per farsi notare in una società dove l’apparenza o, meglio, l’apparire conta molto molto di più dell’essere. Sindrome da selfie, dipendenza da social network, sindrome da “like”… ormai ne siamo affetti tutti in maniera più o meno seria.
E, tra le varie mode, ci sono anche quelle alimentari, dove sembra che avere dei problemi, dei disturbi, faccia sentire speciali, faccia rivolgere a se stessi quel riflettore sotto il quale poter ricevere attenzioni, privilegi, protezione.
Ma cosa succede (salvo spero rari casi) nella cucina di un ristorante quando uno dice di essere celiaco?
“Per esempio che:
- una zona della cucina viene completamente pulita
- una persona si stacca e si dedica solo a preparare il cibo del celiaco dopo avere cambiato giacca e lavato accuratamente le mani fino alle braccia
- il cameriere porta il piatto del celiaco separatamente dagli altri
- …
e che quindi quando vedi il sedicente celiaco scofanarsi le cozze al pangrattato del compagno di tavola, o sforchettare allegramente nella pasta del vicino “non si preoccupi non sono proprio celiaco, preferisco mangiare senza glutine”, visto tutto il lavoro che ti sei dato tu, un po’ ti girano?
Essere celiaci non è e non deve diventare una moda, è e deve restare una malattia ”
[da http://www.dissapore.com/ristoranti/il-finto-celiaco/ ]
Business, falsi allarmi, integralismo alimentare
La celiachia è una malattia seria, anzi serissima, che merita attenzioni particolari. Ma anche la maggioranza della popolazione, che non è celiaca, sembra in preda ad una travolgente passione per il gluten free: un terzo degli americani acquista alimenti gluten free (costano anche cinque volte più di quelli normali) e metà di quelli che li comprano sanno di non essere celiaci… l’altra metà invece comprende i veri celiaci e quelli che non ne sono sicuri (!?).
Quindi cari modaioli, se non siete intolleranti o allergici, in realtà non siete speciali affatto se non per una intelligenza un po’ distorta.
Piuttosto, se volete, la verità è che speciali lo siamo tutti e che tutti meriteremmo una nutrizione personalizzata, che non segua però le mode e che non “rubi” le malattie altrui. Uno stile di vita consapevole, guidato razionalmente/scientificamente, non “di pancia” (dato che di nutrizione si parla). Niente “faidate” insomma e niente catene o crociate social basate sulle “mode”.