Avrei sempre tante cose da scrivere, ma volendo scriverle bene, spesso, le tengo là a… “pipare” (come se dixe qua da noaltri). Altre volte mi decido e butto giù almeno un’anteprima. Altre ancora prendo spunto dall’amico Enrico, che invece è lanciatissimo a scrivere, commentare e portare a conoscenza raccogliendo cose interessanti da vari siti e vari libri. E io raccolgo da lui questa storia di Amby BURFOOT.
Son cose che mi piacciono queste.
Io non ho avuto occasioni alla portata per continuare a ripetermi in una gara fissa: qui in zona, gare storiche sparivano e altre iniziavano. Alcune continuano, altre si son fermate. Difficile adottare un’usanza che possa assumere un valore intimo particolare.
Certo, ho partecipato assiduamente, ad esempio, alla Millegrobbe, alla Marcialonga… o, più continuamente di altre, al Meeting della Stanga (aggiudicandomi sull’Americana anche il record di secondi posti, almeno una dozzina), ma:
- la data non era fissa
- alcuni edizioni le ho poi saltate
- la manifestazione è stata annullata almeno una volta
Insomma, nel complesso, non ha certo nulla a che vedere con una gara ufficiale e storica svolta con continuità nel Thanksgiving Day.
Eppure gli stimoli e gli intenti possono essere molto simili, seppure intimi e personali. Se non si riesce nella costanza e nella longevità si può sempre provare e comunque godere del periodo, non illimitato, in cui ci riusciamo (per quanto breve sia non perderà il valore che ha per noi).
Per anni, con mio padre e qualche amico, si partiva per una sciatina all’alba del nuovo anno. Il Veglione di Capodanno poteva essere diverso e vario, ciascuno a modo suo e con chi voleva, ma la mattina di ogni 1° gennaio si sciava sui binari deserti del nostro altopiano e alle 10.30/11.00 si era già di ritorno, pronti per il pranzo di “buon principio” in famiglia.
Uscivo a correre prima di andare a sostenere qualche esame universitario.
Ho corso al sorgere del sole anche il giorno del mio matrimonio (e quella corsa quindi aveva un valore particolare, ma non posso certo pensare di ripeterla più volte!!!)
Quindi, emozionante Amby BURFOOT! Poi ciascuno, guardando bene, può trovare il proprio momento, il proprio “ancora una volta…”
GRAZIE, Siro!
Cortocircuitandoci … CI ESPANDIAMO!
A PRESTO, Enrico
e io ricordo nel giorno del tuo matrimonio a colazione “mamma, la roba che ho usato oggi me la lavi tu o la porto a mia moglie” 🙂
Voglio ben sperare che ci siano corse che restano “uniche” e ” irripetibili” nella vita! 😉