Un paio di domeniche fa mi sono goduto in diretta l’ennesima NY Marathon che è sempre stata nei miei programmi e ho sempre seguito con interesse.
Stavolta ero in fibrillazione, adrenalinico e fremente ancor più del solito, forse anche per “colpa” di Enrico Vivian, un amico, collega, ex-rivale (ex, perché, se agli inizi ci scambiavamo spesso le posizioni sul podio, poi lui fece un salto di qualità tuttora evidente). E lui, per non assumersi “colpe” o responsabilità di ansie dei suoi tifosi, invoca sempre un avvocato.
Io… agitato adesso… cosa succederà quando finalmente correrò a New York?
Ecco un paio di vecchie foto:
Nella prima (foto from enricovivian.blogspot), inverno 1982/1983 al Parco Querini di Vicenza, Enrico era primo e io subito dietro nel cross, nella seconda, del 1° giugno 1985 a Mestre, posizioni invertite, io sempre d’argento e lui stavolta dietro di me nelle siepi. In quegli anni andava così, un po’ per uno… poi il salto di qualità, per lui grande, per me decisamente meno… ma tuttora continuiamo entrambi, più o meno assieme e più o meno con le stesse differenze.
Tornando a New York, proprio in quegli anni assistetti con entusiasmo e angoscia al finale mozzafiato della prima vittoria di Orlando Pizzolato (1984)
E l’anno dopo me lo trovavo davanti, a premiare me per la mia stagione 1984/1985 all’Emar Schio
In quell’occasione gli promisi: “prima o poi correremo assieme, magari in una maratona” – promessa mantenuta più di qualche volta, ma non in maratona (quando io ho iniziato, lui le faceva già in bici, ma ora che ogni tanto è tornato a correrle, potrebbe anche accadere).
Qui sotto, primavera 1989, nella 1a Maratonina del Palladio, correvo tra gli olimpionici, dietro a Bordin, con Orlando a destra e Vittorio Fontanella, allora mio compagno di squadra, a sinistra (subito dietro, fuori inquadratura Enrico, poi arrivato 3° dietro Bordin e Kirochi)
Un’altra volta poi, io e Orlando ci incontrammo al via della Chiampo-Nogarole e in quell’occasione gli chiesi un parere su un mio eventuale esordio in maratona, sebbene fossi ancora impegnato discretamente sui 3000 siepi e avessi qualche problema ai tendini d’Achille. Inizialmente mi spiazzò rispondendomi semplicemente “Perchè?”.
Beh quel perché non era solo una domanda ma forse è anche una risposta, quella che cerchiamo ogni volta che partiamo e quella che troviamo ogni volta che tagliamo un traguardo (sport o vita che sia).
Tornando all’oggi potete leggere le descrizioni del percorso prima della gara e il resoconto dopo il ritorno scritti da Enrico.
NY… nel 2012 forse sarò al via!