Adattamenti

Quando avvengono cambiamenti di varia natura, il nostro organismo tende ad adattarsi (ad esempio, migliorando la termoregolazione in condizioni di caldo e/o freddo, oppure producendo più globuli rossi in altura). E il corpo in effetti si attiva immediatamente, però gli adeguamenti si perfezionano solo dopo un po’ e nella fase intermedia abbiamo quindi condizioni contrastanti (risultati buoni, altri mediocri, a volte salute più cagionevole…). Altre fonti di stress possono essere anche eventuali variazioni di orari sonno/veglia, fusi orari, orario d’allenamento, tipi di movimento.

Temperatura
Ora, in questo attuale periodo, l’alternanza di giornate molto fredde con altre improvvisamente primaverili, costringe l’organismo a reagire alle variazioni di temperatura. Ed ecco perché, a causa dei tempi di adattamento (più lenti delle variazioni meteo), spesso ne risentiamo in termini di salute o prestazioni.

Movimenti muscolari diversi
Adesso siamo inoltre ancora nel periodo degli sport invernali e, per qualcuno, di settimane
o week-end bianchi. Lo sci di fondo che offre un impegno fisiologico e un gesto tecnico abbastanza simili a quelli della corsa, sollecita però principalmente altri muscoli, mentre lo sci alpino offre un impegno più anaerobico e un carico maggiore sulle cosce. Sarebbe quindi indicato andare a correre almeno a giorni alterni durante l’eventuale soggiorno bianco per ritrovare una buona efficienza meccanica e anche per rilassare le diverse muscolature sollecitate.

Altura
Molto spesso, nei casi citati sopra, si soggiorna a quote superiori ai 1500 metri e respirare diventa più difficile. L’obiettivo della corsa dovrà quindi essere semplicemente quello di rilassare la muscolatura e richiamare l’efficienza meccanica.
Niente a che vedere infatti coi cosiddetti “allenamenti in altura”, quei veri stage programmati dagli atleti d’elite per sfruttare proprio gli adattamenti dell’organismo.
Per acquisire vantaggi duraturi e sostanziali, infatti, si dovrebbe rimanere in quota per almeno due, meglio tre, settimane. In questo modo, una volta discesi a valle, (dopo altri 3-5 giorni di riadattamento) si potrebbe godere dei vantaggi anche per quasi un mese. Va detto che nella concezione moderna si tende a fare soggiorni a quote elevate (oltre i 2000-2500 metri), scendendo, però, intorno o sotto i 1000 metri a svolgere gli allenamenti (mantenendo quindi elevata l’intensità degli stessi) per poi risalire in quota per il resto della giornata e per la notte.
Per noi amatori è comunque sufficiente rispettare (e aspettare) gli adattamenti del nostro organismo e godere anche dei minimi vantaggi che poi ne derivano, non ultimi quelli, ad esempio, dei paesaggi e dell’aria pulita dei monti.

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